
Discorsi minimi intorno all'editoria digitale. Il nostro catalogo di ebook (saggi, narrativa, fiction, guide, la Biblioteca Digitale dei Comuni della Sardegna, fumetti a bivi, cataloghi d'arte) e risorse per la digitalizzazione delle case editrici tradizionali. Ebook interattivi, mappe e link automatici. Pubblicati in oltre 40 librerie on line tra cui Amazon, Apple Store, Kobo,La Feltrinelli, IBS. Da leggere con il tuo ereader, tablet, PC, MAC, Kindle, Windows. Multilingua. info@logus.it
giovedì 29 agosto 2013
"Il vuoto" denso di Carla Deplano: un'intervista di Filippo Pace
Filippo Pace intervista Carla Deplano.
1. Come mai hai scelto un titolo così poco commerciale al tuo romanzo? Possiamo considerarla anche una scelta provocatoria?
Una
volta un’amica mi ha chiesto se fossi matta a dare un titolo così
lugubre ad un romanzo, aggiungendo che era tanto poco invitante alla
lettura, quanto deprimente. In realtà non ho avuto il benché minimo
dubbio sulla scelta: è perfettamente denotativa dello stato di forte
alterazione psico-fisica che mi ha avvolto e travolto all’indomani di
una perdita lacerante. Il vuoto come dimensione esistenziale ha dato
adito ad una serie di dinamiche e di riflessioni che hanno scandagliato
l’inconscio attraverso un tormentato percorso catartico. Diciamo che,
ben al di là delle finalità commerciali, è stata una scelta
autodeterminata e tutt’altro che provocatoria.
C’è
stata una gestazione di un anno in cui ho scritto compulsivamente
assecondando un bisogno fisiologico che alla lunga si è rivelato
terapeutico. Quindi ho tenuto Il vuoto nel cassetto e nel dimenticatoio,
nutrendo dubbi e remore circa la facoltà di esternare condizioni e
sentimenti privati che, per quanto ampiamente romanzati, partono pur
sempre da un nocciolo autobiografico abbastanza evidente. Alcuni
colleghi che negli anni avevano visionato le bozze, sentendosi
intimamente ed emotivamente coinvolti dai sentimenti descritti, mi hanno
sollecitato alla pubblicazione. In fondo, si tratta di luoghi archetipi
della mente e di condizioni esistenziali universali e per ciò stesso
familiari in cui ognuno, a suo modo, si può riconoscere ed identificare.
Alla fine, per quanto mi riguarda, la pubblicazione si configura come
ciò che gli antropologi chiamano “rito di passaggio”.
3. Una delle
peculiarità della tua opera è la diversità dei toni utilizzati: si passa
dal tragico, all’umorismo, al grottesco. Si tratta di una scelta voluta
sin dalla stesura dell’opera o è maturata nella fase della revisione?
Si tratta unicamente di assecondare i dinamismi di uno stato mentale in preda agli sbalzi d’umore. Non c’è
nulla
di predefinito e pianificato a tavolino. La varietà dei toni è una
naturale conseguenza dell’instabilità psichica. Chi legge Il vuoto ha la
percezione di una determinata condizione esistenziale, estremamente
vulnerabile e cangiante. D’altra parte, chi mi conosce bene, sa che
dietro l’apparenza leggera e ridanciana si cela quel groviglio
sentimentale che porta inevitabilmente verso le speculazioni più
disparate e disperate …
4. Quale funzione assegni alla Letteratura?
Una domanda da un milione … non avrei mai la presunzione di assegnare una funzione alla Letteratura!
Ken
Saro-Wiwa scriveva che "la Letteratura deve essere al servizio della
società immergendosi nella realtà, intervenendo, e gli scrittori non
possono semplicemente scrivere per intrattenere o per speculare sulla
società. Devono avere un ruolo attivo. La parola è potere, ed è ancora
più potente quando diventa d'uso comune. E questo è il motivo per cui
uno scrittore che prende parte, veicola il suo messaggio con più
efficacia di quello che invece scrive aspettando il tempo in cui si
realizzino le sue fantasie". Personalmente, a parte le mille funzioni
che la Letteratura può e deve avere, da quella proposta dal poeta
attivista nigeriano, in sintonia con le finalità dei teorici del
realsocialismo, a quella didattico-moraleggiante o pedagogica piuttosto
che satirica, la Letteratura mi dà il lusso di viaggiare nel tempo e
nello spazio, di esplorare nuovi mondi, di empatizzare con perfetti
sconosciuti: quale migliore potere se non quello di fare ancora sognare
mondi migliori e possibili o comunque diversi e altri? In questo risiede
fondamentalmente, io credo, il potere dell’arte. Mi sembra settoriale e
impoverente la velleità di imbrigliare la creatività all’interno dei
binari della funzione fine a se stessa. La ricchezza della Letteratura
consiste proprio nella sua varietà ed eterogeneità: unicuique suum!
5. Cecilia soffre di più perché ha maggiore consapevolezza di sé e della crisi di senso del mondo che la circonda?
A
parte la sensazione di vuoto generale che caratterizza la sua
generazione precaria, il male di vivere di Cecilia deriva,
sostanzialmente, da un buco affettivo che lei è incapace di colmare. La
sofferenza viene acuita da un transfert che segnerà uno spartiacque
nella sua psiche. Sarà proprio la maggiore consapevolezza di sé a
portarla ad una sorta di rinascita e di maturazione attraverso un
processo di comprensione, elaborazione e accettazione del dolore in
tutte le sue componenti e sfaccettature.
6. Che differenza intercorre, a tuo avviso, fra la comunicazione e la relazione?
Attraverso
la comunicazione si dà la stura all’otre di Eolo, prende vita il
sottobosco inaridito di sentimenti repressi e fuoriesce l’inaspettato:
il senso di abbandono, il tabù di una figura paterna castrante, il
groviglio sentimentale di un transfert limerente, le ferite
narcisistiche e tutte le cadute e le risalite di un percorso
autoanalitico di individuazione.
Si
tratta di una comunicazione mutila, di un epistolario a senso unico in
cui viene progressivamente esternato il pensiero della protagonista,
mentre quello del suo interlocutore – reale o immaginario che sia – è
solo intuibile dal prosieguo del carteggio. Una relazione virtuale in
tutti i sensi, che per sua stessa natura dà adito a equivoci,
incomprensioni e ferite difficilmente osservabili, nel loro crescendo,
in una relazione diretta e in una comunicazione verbale e prossemica. È
così che Giorgio diventa lo specchio che riflette parti di sé e permette
a Cecilia di conoscersi, di ritrovarsi, di dirsi la verità.
“Io
e il signor G viaggiamo evidentemente su due lunghezze d’onda parallele
e molto distanti, ognuno con i propri conflitti interiori ancora
irrisolti. Il nostro continua e (forse per inerzia) continuerà ad essere
un rapporto a distanza, informatico e digitale, di battute frizzi e
lazzi, segnalazioni e commenti critici di convegni e conferenze, fatti
di cronaca, concerti e rassegne cinematografiche d’essai che interessano
solo a noi. Ci vedremo secondo il caso, indifferenti per strada, a una
mostra o ad un concerto, senza appuntamenti predefiniti e sempre con la
sensazione, da parte mia, di disturbare qualora si dovesse sconfinare da
tali linee di superficie. Un saluto veloce, di quelli che non impegnano
il fisico in inutili strette toraciche, in avvinghiamenti oltremodo
ambigui ed imbarazzanti che non trovano giustificazioni se non in
un’invadenza ostentata. Frasi di rito “come stai?” che comportano
risposte adeguate “bene e tu?” ed altrettanto telegrafiche
contro-risposte “bene!”… È solo così che ci si può ri-conoscere: senza
fiutarsi, interrogarsi, interagire ed intendersi. Senza rischiare,
mantenendo le “giuste distanze” anti-contagio. Chissà, forse si può
invecchiare bene senza problemi di sorta protetti all’interno della
propria bolla apatica asettica antivirale...? Si vede che alcuni non
conoscono alternative. A me invece riesce molto difficile perché mi
sembra del tutto innaturale, pur aborrendo per natura l’invadenza. Ma
così è e non esistono vie mediane. Prendere o lasciare.
Fortunatamente sono circondata da persone che
mi vogliono bene, ma la cosa mi rattrista comunque.
Le amicizie di penna esistono, vero, e possono magari raggiungere
intensità neppure paragonabili a rapporti di amicizia più diretti … Per
quanto mi riguarda credo che un’amicizia degna di questo nome non
equivalga o si riduca esclusivamente a qualche link semiserio relativo
ad altro da noi, a segnalazioni d’ufficio, auguri a distanza e freddure:
perché significherebbe che senza il medium computer non avremmo
occasione e modo e voglia di comunicare altrimenti. Perché non
esisteremmo.
O forse è meglio nascondersi e nascondere sempre e comunque tutto sotto
il tappeto, non apparire per quello che si è ma con la maschera che ci
si è costruiti e imposti come corazza contro le minacce esterne, non
essere ri-conosciuti ma conosciuti e come tali stimati a distanza ?
7. Anche con ironia,
nel tuo romanzo fai riferimento alla musica e allo sport: che ruolo
hanno questi nella tua vita e quale funzione assegni loro?
Non
potrei mai vivere senza la musica, ce l’ho nel sangue. A parte rap ed
heavy metal ascolto con ingordigia tutti i generi musicali, ma ogni fase
e stagione della mia vita è sempre stata scandita da un genere
preponderante. Quand’ero al liceo adoravo la musica degli anni ’60, ’70 e
’80, ora non riesco più ad ascoltare i Beatles: ho fatto indigestione o
forse solo una damnatio memoriae di un periodo difficile. Durante i
nove mesi di gestazione Mozart aveva una funzione incredibilmente
rasserenante e spesso appoggiavo le cuffie sulla pancia per far arrivare
meglio le vibrazioni a mia figlia. Ci sono tantissime musiche, come il
concerto per piano e orchestra n. 3 di Rachmaninov o Il Lago dei cigni
di Prokofiev, che toccano le corde dell’anima e vibrano dentro dandomi
le stesse potenti emozioni provate al primo ascolto. Durante l’“anno
scolastico” non mi perdo un concerto di musica classica, ma d’estate si
risveglia il bisogno fisiologico di ballare e di musica commerciale!
Per
quanto riguarda lo sport, ho sempre fatto mio il motto mens sana in
corpore sano: tempra il fisico e la mente, sviluppa adrenalina e
endorfine ed è il migliore sfogo salutare. Quest’anno vorrei riprendere
il tennis dopo una lunga pausa: giocare con il proprio compagno, oltre
che divertente, è una terapia di coppia efficacissima perché mette in
moto l’ossitocina.
8. Come definisci la tua esperienza con l’ebook?
Trattandosi
di un epistolario telematico, espletato sottoforma di mail, è chiaro
che l’e-book sia stata la forma di pubblicazione più appropriata, ma mi
rendo conto che nel nostro Paese si fa ancora molta fatica a concepire
un libro in un formato “diversamente cartaceo”.
9. A quali progetti, nel frattempo, lavori? Hai in gestazione un nuovo romanzo?
Nel
frattempo sono in vacanza e la spina è ancora staccata. Le sinapsi si
riattiveranno non appena inizierà la scuola e allora mi dedicherò
maniacalmente alla ricerca storico-artistica-antropologica. In cantiere,
per ora, c’è un catalogo on-line di una mostra d’arte contemporanea che
ho recentemente contribuito a curare. Poi, forse, seguirà Il pieno …
10. Infine: quando
sei andata a portare la frutta a Filippo Pace, durante il suo lungo
internamento in manicomio, come lo hai trovato?
Sono
andata fino a Chia per cercargli i suoi fichi preferiti, ma non ho
fatto a tempo ad arrivare al manicomio che aveva già cambiato identità e
chiedeva solo banane di Santo Domingo!
(intervista tratta dal blog di Filippo Pace - Grazie per la gentile concessione)
sabato 24 agosto 2013
Antonello Zappadu intervistato da Totò Caminiti in merito al libro "Fabrizio De Andrè - laddove in pieno giorno risplendono le stelle"
Parlando di libri, di De Andrè e ...
Come
nasce il libro?
Inizialmente
era un’idea per pubblicare una brochure, un editore Sardo era
interessato alla pubblicazione ma essendo un piccolo editore gli
venne l’idea di creare una mostra sulla falsariga del libro. Poi
pensava di chiedere finanziamenti pubblici per un catalogo della
mostra. La verità è che quando in un progetto come questo fai
entrare tutto, alla fine va a ramengo anche il progetto. Quindi messo
nel cassetto il progetto della brochure, ho voluto sperimentare il
formato eBook, e la Logus Mondi Interattivi, sempre Sarda, ha deciso
di scommettere su di me e su Fabrizio De André.
Perché
De André?
Primo,
perché ho avuto l’onore di conoscerlo e di essergli stato amico.
Ci siamo conosciuti durante il processo della banda che sequestrò
Fabrizio e Dori nell’agosto 1979 all’Agnata, poi col tempo ci
siamo rivisti due o tre volte sempre all’Agnata, che nel frattempo
era diventato un buon agriturismo.
Quelle
foto sono una testimonianza degli ultimi mesi di Fabrizio, non stava
bene, pensava ad un’influenza, invece era cancro, quella maledetta
“bestia”.
Quanto
il tuo passato di fotoreporter ti ha aiutato nel tuo lavoro?
È
stato determinante, la decisione di corredare il semi-posato di
Fabrizio a quattro canzoni del suo repertorio illustrate con immagini
prese dal mio archivio, hanno fatto si che il lavoro, con qualche
aiuto per i testi da parte di mio fratello Tore, fosse bell’e
pronto.
Montidi Mola, ad esempio, l’ho accompagnata con immagini che hanno
più di 10 anni. Immagini della Costa Smeralda fatte nel tempo in cui
il digitale era fantascienza. In Boccioli di rosa (Bocca di
rosa). Anche qui la mia
natura da reporter mi ha aiutato con due servizi fotografici uno del
1988 e l’altro del 2005 sulla prostituzione in Sud Corea e in
Colombia. Nuvole, è quello che mi ha dato più soddisfazione.
Ho sempre avuto la singolare abitudine, quando arrivavo in un posto
nuovo, di fare una foto al cielo e alle sue nuvole, come primo
scatto. Ecco perché alla fine abbiamo nuvole fotografate negli anni
70 e nuvole di qualche mese fa. In Hotel Supramonte, ho avuto
solo l’imbarazzo della scelta. Ho iniziato la mia carriera seguendo
malviventi e vittime, quindi puoi immaginare quanto sia “poderoso”
il mio archivio.
Cosa
pensi del mercato on-line del libro e se i lettori elettronici di libri hanno futuro?
Certamente.
E due episodi recenti, mi hanno dato una visione sul futuro del libro
digitale. Il primo una email ricevuta dal Canada, un signore mi
chiedeva dove poteva comprare l’ultimo mio libro “La bamba”. Io
ho provveduto a dargli l’indirizzo dell’editore, per acquistare
la versione digitale. Dopo due settimane mi ringraziava e spiegava
che in pochi minuti aveva acquistato e scaricato il libro.
Dimenticandosi, magari, di dirmi se gli fosse piaciuto.
La
seconda quando andai con un collega ad una conferenza all’Universidad
Javeriana di Santiago de Cali, sulla ricorrenza dei 500 anni de “Il
Principe” di Nicolò Machiavelli. Sala colma di giovani,
tutti o quasi tutti, con il loro iPad o i loro Tablet. È questo il
futuro che ti dice: “guardati intorno è capisci”
Oggi
vieni accreditato come reporter di guerra. Quando un libro sulla
guerra?
Presto,
molto presto. Prima facciamo uscire un libro sul caffè. Sono stato
nel Quindío, una regione del cafetero, la culla del caffè in
Colombia. Voglio raccontare questa bevanda conosciuta in tutto il
mondo, la bevanda più conosciuta e bevuta nel mondo. È un lavoro di
oltre un anno, ha collaborato per i testi Pablo Morales giornalista
del posto. Raccontiamo il caffè dalla pianta alla tazzina. Insomma
prima ci beviamo un buon caffè e poi parliamo di guerra.
Lo
niños y la guerra, è un libro che vuole raccontare il conflitto
in Colombia con gli occhi dei bambini, con mie foto e di Jaime
Saldarriaga fotoreporter della Reuters in Colombia. Tutte e due i
libri verranno “pubblicati” in doppia edizione, in Italiano e
Spagnolo, vogliamo ondare il mercato Spagnolo e dell’America
Latina. Ho anche un’idea sulla fotografia del viaggio, e di una
collana naturalistica.
Fotografo
di viaggio, non pensi che sia un argomento troppo sfruttato?
No,
c’è sempre qualcosa di unico da raccontare in un viaggio. Poi il
viaggio come l’intendo io è qualcosa di molto personale. Pianifico
sempre, ma spesso mi affido al caso.
Torniamo
a De André, pensi che possa esser tradotto in diverse lingue?
Si,
certo, ne sono convinto. Un giorno a Mosca un medico di Baku, mi pare
un pediatra, mi chiese se potevo procurargli un Lp di Celentano ed
uno di Fabrizio De André. Da poco, qui in Colombia ho conosciuto un
ragazzo con la passione della chitarra e in mio onore strimpellò
alcuni motivi di Fabrizio.
De
André è patrimonio di tutti, la sua musica i suoi testi dovrebbero
esser decretati patrimonio dell’umanità.
Oggi
vivi qui in Colombia per le vicissitudini ormai note, cosa ti
piacerebbe raccontare di questo paese?
La
Colombia è un paese meraviglioso, ma con forti contraddizioni: il
conflitto militare, il narcotraffico stanno indebolendo questa
Nazione, allontanano i capitali stranieri e mortificano la speranza
della gente. Vorrei raccontare la cocaina, la guerriglia a modo mio.
A dire il vero con “La bamba” non ho raggiunto lo scopo che mi
ero prefisso, quindi vorrei riprovarci con un nuovo editore, vediamo
se Logus mi vuole seguire in questa mia “impresa”.
Cosa
è stato per te De André?
Per
me, ma anche per non meno di altre cinque generazioni di ragazzi, e
stato uno dei protagonisti di un diverso approccio nel modo di
guardare la realtà. Per questo a noi, che abbiamo goduto delle sue
intuizioni e dei suoi cantici, tocca spiegare ai figli, ai propri
nipoti chi fosse Faber, dentro e fuori la scorza del menestrello di
costume. La sua poesia, senza barriere e senza confini, ha ancora
qualcosa da dire a chi, oggi più che ieri, ha perso persino il gusto
di coltivare la speranza. Perché Manuel mio figlio grande, che oggi
è un affermato rapper di avanguardia, ha imparato ad amarlo grazie a
me, ora tocca a Valentina e Francesco gli ultimi due arrivati in casa
Zappadu, 7 e 5 anni. Anche loro impareranno ad amare Fabrizio De
André. Perché? Non so dare una risposta, so solo che amare Fabrizio
viene facile e semplice.
Cosa
ci regali nel prossimo futuro?
Come
ho già detto un libro sul caffè, uno sul conflitto colombiano visto
con gli occhi dei bambini, e sicuramente tre eBook sulle orchidee. È
un fiore che mi fa impazzire, spero di terminare i miei giorni
coltivando orchidee, ma per questo ci vuole tempo a disposizione e
testa e per il momento non ho nessuna delle due cose.
Ci
siamo prefissi dieci domande ma non posso non fartela... Tu hai avuto
una notorietà internazionale sulle foto fatte a Berlusconi, quando
potremo vederle in un libro?
Mai,
giuridicamente mai. Sono foto inibite dal garante della privacy e
sequestrate da diverse magistrature. Però stiamo pensando ad un
editore che goda della extraterritorialità, per bypassare la
censura, magari qui in Colombia.
Una
sorta di operazione Ecoprensa come nel 2009 ? -
Si,
esatto. Ecoprensa è stata un’operazione magistrale, abbiamo
spiazzato Berlusconi ed il suo iureconsultore Ghedini. Abbiamo
venduto senza incorrere in alcun reato di ricettazione.
Estero
su estero, Ecoprensa ha venduto dalla Colombia a El Pais in Spagna,
senza che il Garante e la Magistratura Italiana potessero intervenire
per bloccare la vendita e la pubblicazione, tutto era fuori dalla
loro giurisdizione. Scacco matto.
Certo
pensare di pubblicare 20mila foto, sarebbe inutile e
controproducente. Il book sarebbe un mattone, ma facendo una buona
cernita di 200-300 immagini potrebbe risultare un buon prodotto e,
soprattutto, mi risolverebbe un problema.
Quale,
se è lecito saperlo?Quello che smettere, una volta per
tutte, di essere un fotografo famoso nel mondo per delle foto che
nessuno è in grado di vedere, confutare e giudicare visto che uno
dei più potenti uomini del mondo ha voluto ed ottenuto di censurare.
Autori: Filippo Pace
(art. aggiornato il 31/08/2014)
Filippo
Pace è un inquieto figlio del 1977, dottore di ricerca in
Letteratura e Filologia Italiana si è occupato principalmente della
narrativa del Secondo Novecento (in particolare di Pavese, Flaiano,
Tomasi di Lampedusa, Moravia, Bassani, Bufalino, Tabucchi, Satta,
Sciascia).
Nel
2008 ha pubblicato il romanzo La
ballata della regina senza testa,
distopica allegoria anticonformista che ironizza sarcasticamente sui
mali del nostro presente. E’ del giugno 2013, edito da “Cultura e
dintorni”, C’era
una volta la rivoluzione,
un giallo ambientato nel mondo patinato e decadente della Costa
Smeralda.
La
trasgressione del rock e il western di Sergio Leone sono la fonte
propulsiva della sua ispirazione clownesca e ribelle.
Ecco il Blog di Filippo "Devi urlare più forte" dove, oltre ad interessantissimi articoli che parlano di media e letterattura, potete trovare anche le recensioni dei suoi libri.
Ha pubblicato per Logus mondi interattivi:
Filippo Pace
Colte idiozie
Logus mondi interattivi
2014
f.to ebook (ePUB)
ISBN: 9788898062577
pag. —
euro 3,99
Pier Luigi Lai
Dir. Editoriale
Ecco il Blog di Filippo "Devi urlare più forte" dove, oltre ad interessantissimi articoli che parlano di media e letterattura, potete trovare anche le recensioni dei suoi libri.
Ha pubblicato per Logus mondi interattivi:
Filippo Pace
Colte idiozie
Logus mondi interattivi
2014
f.to ebook (ePUB)
ISBN: 9788898062577
pag. —
euro 3,99
Pier Luigi Lai
Dir. Editoriale
lunedì 19 agosto 2013
Autori: Roberto Lai e il nuovo ebook La diocesi medievale di Ottana
La Biblioteca Digitale dei Comuni della Sardegna si arrichisce di un nuovo ed importante volume: La Diocesi medievale di Ottana e la cronotassi dei suoi vescovi, grazie al bravissimo autore Roberto Lai.
Ecco la sinossi:
Il libro è una ricerca accurata, effettuata con metodologia scientifica, sulla Diocesi medioevale di Ottana. Attraverso una lunga e paziente esplorazione di diversi archivi, italiani e spagnoli, l’autore è riuscito a ricostruire la storia di questa diocesi, Dalle origini alla sua traslazione ad Alghero, nel 1503. La ricerca non si limita alla mera cronotassi dei vescovi che si sono avvicendati sulla cattedra di Ottana, ma spazia verso gli ambiti della storia, della Sardegna e del Mediterraneo occidentale, con una mole impressionante di documenti e di rara bibliografia, consultata. Nulla è lasciato al caso: ogni affermazione e ogni notizia riportate sono corredate di riferimenti costanti alle fonti.
E’ indubbiamente un libro, fatto con sapienza di metodo e con la passione che ha il merito di dare un grande contributo non solo alla riscoperta della storia ecclesiastica della Sardegna, ma anche alla storia generale dei rapporti tra Regnum Sardiniae e Corona d’Aragona.

Il libro era già stato pubblicato in formato cartaceo e tra qualche giorno vedrà la luce anche nel formato elettronico.
Roberto Lai, 57 anni, è funzionario della Camera di Commercio di Nuoro. Nato a Ottana, vive a Nuoro. Sposato, ha tre figli. Collabora a diverse riviste di settore, prevalentemente sui temi del medioevo e del travaso di marchi culturali tra la Sardegna e la Catalogna.
Ecco la sinossi:
Il libro è una ricerca accurata, effettuata con metodologia scientifica, sulla Diocesi medioevale di Ottana. Attraverso una lunga e paziente esplorazione di diversi archivi, italiani e spagnoli, l’autore è riuscito a ricostruire la storia di questa diocesi, Dalle origini alla sua traslazione ad Alghero, nel 1503. La ricerca non si limita alla mera cronotassi dei vescovi che si sono avvicendati sulla cattedra di Ottana, ma spazia verso gli ambiti della storia, della Sardegna e del Mediterraneo occidentale, con una mole impressionante di documenti e di rara bibliografia, consultata. Nulla è lasciato al caso: ogni affermazione e ogni notizia riportate sono corredate di riferimenti costanti alle fonti.
E’ indubbiamente un libro, fatto con sapienza di metodo e con la passione che ha il merito di dare un grande contributo non solo alla riscoperta della storia ecclesiastica della Sardegna, ma anche alla storia generale dei rapporti tra Regnum Sardiniae e Corona d’Aragona.

Il libro era già stato pubblicato in formato cartaceo e tra qualche giorno vedrà la luce anche nel formato elettronico.
Roberto Lai, 57 anni, è funzionario della Camera di Commercio di Nuoro. Nato a Ottana, vive a Nuoro. Sposato, ha tre figli. Collabora a diverse riviste di settore, prevalentemente sui temi del medioevo e del travaso di marchi culturali tra la Sardegna e la Catalogna.
giovedì 15 agosto 2013
La nostra matita blu e rossa: Carla Cristofoli
Insegnante di Lingua e Letteratura italiana, nel
2008 si trasferisce a Parigi, dove attualmente vive e continua ad
insegnare Lingua Italiana.
Nel 2010 crea la propria scuola di lingua
e cultura italiana 'Un brin d'italien', nel quartiere di Montmartre a
Parigi.
Un progetto che ha lo scopo non solo di insegnare la lingua
italiana ma anche di diffonderne la cultura, è all'interno di questo
progetto che si inserisce la collaborazione con la Logus Mondi Interattivi, iniziata quasi due anni fa.
Oltre alla promozione in
Italia e in Francia delle edizioni Logus, Carla si occupa della
lettura, revisione e recensione delle opere che sono proposte alla
casa editrice. Una volta selezionate le opere Carla incontra gli
scrittori, propone delle interviste per poter presentare l'artista e
la sua opera prima della pubblicazione e nella prima fase di
promozione dopo la pubblicazione.
martedì 13 agosto 2013
Mediterranea - Venti da Sud Ovest: distribuzione principale !!!
Principale distribuzione dell'opera:
- Logus mondi interattivi
Il nostro catalogo - Amazon Kindle Store
La più grande libreria on line al mondo. - Apple Store
Per iPhone, iPad, iBooks
- Nook
: in arrivo
Lo store di Barnes & Noble, la principale catena di librerie fisiche statunitensi - Cubolibri
La libreria del gruppo Telecom, legata soprattutto all’ereader Biblet. Nata nel 2010. - Kobo
Reader-store canadese, acquisito dalla giapponese Rakuten, in partnership con le librerie Mondadori. - IBS
La prima libreria online italiana, fondata nel 1998. - LaFeltrinelli
La libreria del gruppo Feltrinelli, nata nel 2005, vende anche libri, dvd, cd ed Mp3. - Hoepli
Diretta emanazione della storica libreria (e casa editrice) Hoepli di Milano, una delle più grandi d’Italia, oltre agli ebook vende libri e dvd. - MrEbook
Nata dall’unione tra Bruno Editore e il Giardino dei libri, è specializzata in ebook. - Libramente
Per acquistare i tuoi ebook in pochi istanti. - Net-Ebook
Nata nel 2010, è la libreria online della catena di elettrodomestici MediaWorld. - Book Republic
Libreria indipendente, della società Digitpub. - Ebookizzati
Libreria online indipendente di Torino, oltre agli ebook distribuisce anche Audiolibri. - Ultima Books
Libreria online nata nel 2008. - Libreria Rizzoli
La libreria del Gruppo RCS Media Group, del quale fanno parte anche Corrierestore.it, Gazzettastore.it e Gazzatown.it. - BOL
La libreria del Gruppo Mondadori. - Omnia Buk
Specializzata in narrativa, di proprietà di DGLine SRL, società specializzata nei servizi agli editori. - University.it
Il portale degli universitari. - 9am
Legata alla libreria 9am.it, specializzata nella stampa di fotolibri. - Libreria Universitaria
Contrariamente al nome, non è specializzata in libri universitari. Oltre agli ebook distribuisce libri, ereader, videogiochi e dvd. - Excalibooks: in arrivo
Libreria generalista con un occhio particolare alla letteratura per ragazzi,di proprietà di Licosa Spa. - DEAStore
Libreria online nata nel 2000, del gruppo Dea Mediagroup. Oltre agli ebook distribuisce libri, cd, dvd, videogiochi e materiale vario. - San Paolo Store
Proposta ampia e articolata, che si compone di quattro aree merceologiche (libri, video, musica, oggettistica). - Webster
Nata nel 2000, oltre agli ebook vende libri (anche scolastici), cd, dvd e videogiochi. - Ebook.it
Libreria di proprietà della società Pegaso Uno, fondata nel 2010. - Unilibro Libreria Universitaria
- Mazy
sabato 10 agosto 2013
Mariano Vs. Mariano: un'intervista

Mariano
Froldi intervista Mariano Strina
Dopo
il successo dell’edizione cartacea (best seller estate 2011 sul
sito “ilmiolibro.it”) “Mediterranea – Venti da Sud Ovest,
esce in versione ampiamente riveduta e corretta nel formato eBook per
la casa editrice digitale Logus Mondi Interattivi e dal 9 agosto sarà in vendita nei migliori siti
specializzati (Amazon, Itunes, Kobe, Feltrinelli e numerosi altri).
Approfittiamo
dell’occasione per intervistare l’autore del romanzo, Mariano
Strina.
In
primo luogo perché i tempi sono oramai maturi per uno sviluppo
popolare, e non più solo di nicchia, del formato digitale ebook. Ma
soprattutto perché ho avuto la fortuna di conoscere Pier Luigi Lai,
l’Amministratore della casa editrice Logus
Mondi Interrativi,
che ha creduto nelle potenzialità del romanzo, facendomi una
proposta contrattuale alla quale sarebbe stato sciocco rinunciare!
Se dovessi catalogare “Mediterranea – Venti da Sud Ovest” all’interno di un genere letterario per quale scelta opteresti?
Credo
sia davvero difficile inquadrare il romanzo all’interno di un solo
genere. Per la sua particolarità narrativa e per i temi toccati
potrebbe essere inquadrato sia nel genere romantico che in quello
avventuroso ma, per alcuni aspetti, anche in quello introspettivo e,
perché no, in quello grottesco surreale.
Molto
più semplicemente lo definirei un “moderno
feuilleton”.
Ricorreremmo dunque in errore se definissimo il tuo scritto come un romanzo storico?
No
assolutamente. “Mediterranea
– Venti da Sud Ovest”è
anche un romanzo storico. Il nucleo narrativo prende le mosse da un
fatto storico realmente accaduto alla fine del XVIII secolo: la
deportazione degli abitanti di Carloforte ad opera dei pirati
berberi. Tuttavia bisogna riconoscere che attorno al nucleo storico,
la “polpa” (più che abbondante) è di sola e pura fantasia.
Mariano, quali sono state le fonti ispiratrici del tuo romanzo?
Coscientemente
nessuna. Ad un livello profondo invece innumerevoli e, soprattutto,
estremamente eterogenee. Sono un accanito lettore fin dalla più
tenera età. Ho divorato praticamente ogni cosa, dal fumetto al
saggio storico e filosofico, sarebbe impensabile sostenere che
“Mediterranea
– Venti da Sud Ovest”
non
abbia subito l’influsso dei tantissimi autori che hanno scandito il
mio tempo libero con le loro meravigliose storie e riflessioni.
Scorrendo tra i vari commenti (per la maggiore entusiastici) lasciati dai tuoi lettori, appare molto comune l’apprezzamento per la tua capacità di riuscire a trascinarli dentro la storia, quasi che si trovassero a viverla direttamente in prima persona. Ritieni che queste puntualizzazioni siano corrette?
Quando
iniziai a scrivere il romanzo, mi posi l’obbiettivo di provare ad
allietare (e contestualmente stimolare in riflessione) il lettore,
coinvolgendolo nella storia. Per questo ho cercato di caratterizzare
con molta precisione i numerosi personaggi che popolano il romanzo e
descrivere con minuzia i luoghi dove vivono e gli stati d’animo che
li contraddistinguono. I commenti che tu citi rappresentano la
cartina tornasole di un risultato (forse) raggiunto.
Alcuni personaggi maschili (Türìn, Hassan, Juan Mario) nell’evolversi della narrazione acquisiscono un’aura che si potrebbe definire, senza tema d’errore, epica. Tuttavia molti lettori, e soprattutto lettrici, hanno invece evidenziato la marcata esuberanza narrativa di quelli femminili. Tu ti trovi d’accordo con questa affermazione?
Sì,
la condivido assolutamente. L’epicità dei personaggi maschili è
sempre frutto della straordinarietà delle loro gesta. La grandezza
delle figure femminili si sviluppa invece nella normalità della
quotidianità e, appunto per questo, appare decisamente più
significativa.
Ritieni che il formato digitale di Mediterranea – Venti da Sud Ovest possa bissare il successo dell’edizione cartacea?
Mi
auguro di sì. Il romanzo ha grandi potenzialità. È un libro che ha
ambizioni “pop”, tuttavia senza mai rischiare di cadere nel
banale. Il linguaggio utilizzato è semplice ma allo stesso tempo
ricercato e la trama del libro invoglia il lettore a proseguire sino
alla fine.
Pubblicata il 10/08/2013, a seguito dell'uscita in formato ebook di:
giovedì 8 agosto 2013
Mediterranea - Venti da Sud Ovest: come è nata l'opera !!!
Sebbene
siano oramai trascorsi ben 213 anni da quella lontana notte del 2
settembre del 1798, l’episodio della razzia di Carloforte ad opera
dei pirati barbareschi rimane ancora ricordo indelebile nei
discendenti di quella gente fatta schiava.
Nella
vasta produzione letteraria “tabarkina” l’episodio è stato
raccontato con certosina erudizione da una foltissima schiera di
storici e saggisti che ne hanno indagato e sviscerato ogni più
recondito particolare.
L’episodio,
tra l’altro, ebbe vasto risalto, per quel che naturalmente
consentivano le capacità d’informazione dell’epoca, anche in
campo europeo ed un secolo più tardi, esattamente nel 1903,
sollecitò pure le fantasie del maggiore interprete italiano del
romanzo d’avventura, un tal Emilio Salgari (sic), che scrisse “Le
pantere d’Algeri” ispirandosi a quella triste vicenda.
Alcuni
anni fa, ragionando con un amico su quell’avvenimento, nacque
l’idea di scrivere un romanzo, puntando a creare qualcosa che
riuscisse a distinguersi dalla produzione letteraria, ancorché
pregevole, del passato. Qualcosa, che seppure partendo dal fatto
storico, si spostasse su d’un piano di piena fantasia, permettendo
all’autore di plasmare un mondo immaginario e tuttavia
verosimigliante.
Il
progetto si trascinò per diversi anni senza andare in porto, l’amico
andò in pensione e tutto finì nel dimenticatoio. Tuttavia nel
giugno del 2008, mi decisi a riprenderlo in mano, puntando a creare
una storia, una sorta di thriller, ambientata ai giorni nostri, ma
che affondava le radici del mistero nell’episodio della razzia del
1798.
Nella
sua struttura narrativa il romanzo prevedeva un capitolo ambientato a
fine settecento incentrato sulla tormentata figura del Rais, capo
della spedizione, che ragionando con se stesso, rappresentava un
resoconto della razzia, svelando al lettore che all’origine della
stessa vi fosse in realtà un traditore isolano.
Insospettatamente
il capitolo si è trasformato, sino a divenire esso stesso un
romanzo. I personaggi si sono moltiplicati e la storia è andata a
suddividersi in tante piccole vicende, originando un componimento
corale, dove il tutto acquisisce un senso solo attraverso il concorso
di tutti. Un grande fiume che giustifica la grande massa delle sue
acque esclusivamente nell’apporto dei numerosi affluenti.
Questo
fatto mi ha consentito di descrivere un mondo non necessariamente
costretto all’interno dei confini isolani, e quantunque nel testo
ne viene comunque ribadita la centralità, ci si è concessa
l’opportunità di rappresentare luoghi, culture, stati d’animo,
completamenti eterogenei, seppur legati tra loro dalla ridondanza di
un onnipresente Mare Nostrum.
“Venti
da Sud Ovest” è così diventato una sorta di feuilleton moderno,
scritto con uno stile volutamente semplice ma mai banale, con
l’intento di dilettare il lettore ma anche costringerlo a
confrontarsi con l’animo e le azioni dei diversi personaggi. Nel
tentativo di creare situazioni d’empatia che riuscissero a farlo
diventare parte di quel mondo per simpatizzare e detestare, sorridere
e commuoversi, compartecipe dei sentimenti di Hassan, Giovanna,
Nettigna, Turìn, Francesca, Juan Mario e dei numerosi altri
protagonisti.
Per
raggiungere questo obbiettivo ho fatto ricorso a tutta una serie di
registri narrativi che, partendo dal grande romanzo ottocentesco,
sono andati a contaminarsi tra loro, in una sorta di sincretismo
letterario, avente l’unico scopo di condurre il lettore nel
proseguo della storia/e, sino al rimpianto ultimo che “quel
grosso mattone”
è giunto, purtroppo, al termine!
Mariano Strina
Autori: Mariano Strina
Mariano
Strina è nato e vive a Carloforte, unico centro della piccola isola
di San Pietro.
Ha
prestato la sua opera lavorativa nei più svariati campi
professionali, spaziando dal tonnarotto all’imbianchino,
dall’ufficiale di marina alla vedetta antincendio, dall’educatore
di comunità all’operatore d’impianto metallurgico, dall’esperto
di analisi di rischio sul lavoro a collaboratore del servizio affari
legali di una grande azienda di produzioni primarie.
Sposato,
con un figlio, è laureato in pedagogia.
Appassionato
lettore, è praticamente un onnivoro che non si pone confini né
innalza preventive barriere, spaziando scientemente dal fumetto al
feuilleton, dal
romanzo sociale al saggio filosofico, convinto che si possa trovare
un’idea, una passione, un’eccellenza, un momento di sano ristoro,
in qualunque forma di comunicazione dell’uomo. È alla sua prima
esperienza come autore.
Con Logus mondi interattivi ha appena pubblicato:
venerdì 2 agosto 2013
Critiche minime e grandi interrogativi per Vincenzo D'Ascanio, autore di "Valeria e le cattive compagnie"
Di seguito il testo di un audio messaggio di Carla Cristofoli che durante la presentazione del libro "Valeria e le cattive compagnie", ha rivolto ai partecipanti e sopratutto all'autore.
Naturalmente aspettiamo anche le risposte !!!
Carla Cristofoli
Naturalmente aspettiamo anche le risposte !!!
Trovo
che parlare di libri sia sempre una buona occasione di
incontro, scambio, confronto. Leggerli è ancora meglio, leggere vuol
dire vivere emozioni e storie che altrimenti non avremmo vissuto,
vuol dire appropriarsi di un altro mondo. Leggere è esperienza.
Leggere sempre e comunque dunque e visto che parliamo anche di
editoria digitale direi che a questo punto nel 'comunque leggere'
rientra anche 'leggere comunque e in qualunque formato'. Il libro di
D'Ascanio ha vinto il premio letterario della città di Dolianova,
ideato per scrittori esordienti, ed ecco allora che ha perfettamente
senso che questi romanzi siano pubblicati da una casa editrice come
la Logus che appunto pubblica gli esordienti, se poi saranno
emergenti o se emergeranno, sarà il futuro a dircelo. Che poi non ha
cosi tanta importanza, quello che conta maggiormente è che si possa
ancora parlare di libri, scriverli, pubblicarli, leggerli e che tutto
questo possa tornare ad essere uno strumento per leggere la realtà,
interpretarla, tentare di capirla.
Che
questo sia un romanzo di formazione, storie di crescita personale, lo
dice benissimo l'assessore Elisabetta Cara nell'introduzione: 'un
lunghissimo flashback che ripercorre gli anni giovanili del
protagonista'.
Ho
trovato la storia di 'Valeria e le cattive compagnie' scritta bene,
ne ho apprezzato la costruzione a ritroso con piccole anticipazioni,
che spingono il lettore ad andare oltre, una vera scenografia, sembra
scritto per un film, magari lo sarà. L'ironia è forse il tratto più
significativo. Sono estremamente riusciti i personaggi, tanto più
veri quanto più sono caricaturizzati. Se potessi permettermi un
confronto, cosa che non dovrei, lo farei con Stefano Benni,
francamente me l'ha ricordato. Personaggi assurdi, esasperati, che
s'infilano in situazioni sempre più assurde ed esasperanti e ci
raccontano di una società appunto assurda, difficile da vivere e da
capire. In Benni spesso il tutto si risolve in delirio, che è un
altro modo di leggere il mondo, a casa nostra lo faceva Sergio
Atzeni, ma con altra ironia, più drammatica, ma noi mica siamo
Emiliani, siamo sardi e c'è poco da ridere. Infatti anche D'Ascanio
riporta il tutto ad una normalità esistenziale che dà equilibrio e
a suo modo serenità: "Non
ho più desideri se non quelli più immediati, vivo ogni giornata con
la dovuta calma, non sogno più orizzonti lontani ed indefiniti.
Quello che ho mi basta" dice
infatti sul finale.
Pier Luigi Lai, editore di Logus mondi interattivi, mi ha chiesto di buttare giù qualche domanda per l'autore, cosa
che faccio sempre volentieri, perché mi piace leggere e mi diverte
questo immaginario ruolo di "Lettrice dall'estero" che
Pier Luigi mi ha attribuito. Ma qui francamente non riesco a formulare
delle domande, perché altro tratto del lavoro di D'Ascanio è che
questa storia tiene alto e sempre onesto il filo d'unione tra
scrittore e lettore. Non ci sono tradimenti, inganni, passaggi non
chiariti, la struttura è, come ho già detto, estremamente ben
articolata.
L'unica
domanda che mi viene da 'rifare' è quella a cui D'Ascanio ha già
risposto, sul suo rapporto con la scrittura e allora la domanda è :
perché scrivi? è solo divertimento?
anche,
certamente, ma non credo sia l'unico motivo, sono proprio le ultime
pagine a dircelo. Pagine che diventano un vero e proprio diario
personale, estremamente intimo, in cui tutto all'improvviso si vena
di una certa malinconia e ancora ti cito caro Vincenzo.
"Emozioni
di diversa qualità ed intensità, emozioni che mi sfiorano o mi
divorano, emozioni che potrebbero essere delle risposte, ma che
custodiscono inevitabilmente ulteriori domande. Scrivere mi aiuta a
trovare risposte plausibili, o se non altro a sistemare qualche nota
sul mio pentagramma esistenziale. Perché talvolta il caos è
talmente grande che non sono più sicuro di nulla (...) Allora
scrivo, cancello e riscrivo, mettendo nero su bianco le impressioni
ed i ricordi che il tempo spazzerebbe via (...)."
E ancora vorrei chiederti come scrivi? dove? quando? pensando a chi? a
cosa? ti riesce facile scrivere? o ci sono dei momenti in cui
vorresti lanciarlo dalla finestra il computer su cui scrivi? sempre
che tu scriva sul computer.
Ma
anche, e questa potrebbe essere una domanda imbarazzante, che cosa
leggi per poter scrivere?
Carla Cristofoli
giovedì 1 agosto 2013
Il surreale book trailer di "Valeria e le cattive compagnie": qualche minuto di divertimento e di poesia
"Lei non conosce Valeria...,
lei non sà chi è Valeria.... !!!
E' la frase clou, il top di questo book trailer divertente, poetico, surreale...
Sceneggiatura:
Vincenzo Maria D'Ascanio
Regia:
Raffaele Serra.
Cast:
Commissario - Vincenzo Maria D'Ascanio
Lorenzo: Raffaele Serra
Valeria: Emilie Baudrais
Agostino: Francesco Brandas
Segretaria: Veronica Cara
"Valeria e le cattive compagnie" è in distribuzione nelle migliori librerie on line.
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