venerdì 24 maggio 2013

Il Vuoto: recensione di Clara Spada

Sembra il prototipo della ragazza felice e soddisfatta, Cecilia, protagonista del primo bel romanzo di Carla Deplano. In apparenza ha tutto: importante famiglia alle spalle, bellezza, studi, marito e figlia, eppure dentro di lei cova il male di vivere. Che chiama appunto “il vuoto” d’amore, di comprensione, di attenzioni: ne sente gli effetti fin da bambina. L’incontro con Giorgio, docente del suo ultimo corso di perfezionamento a conclusione dei suoi studi, causa in lei un senso di grande ammirazione per questo uomo e a mano a mano la nascita di un sentimento sempre più forte e di profondo turbamento. Il suo primo passo è l’invio di una mail di ringraziamenti al professore,  maturo, chiuso, gay, col quale instaura una corrispondenza amichevole e poi confidenziale e intima, peraltro non contraccambiata nei toni, di cui per ben due anni non potrà fare a meno. Talvolta si incontrano per un cinema, un balletto, un concerto, ma come amici, come se le loro mail appartenessero a un’altra esistenza. L’impassibile professore diventa, come nella tecnica di Carl Rogers, il compagno alla pari che la sta ad ascoltare senza mai giudicarla. Anzi, più Cecilia si apre e si svela più lui si chiude fino alla indifferenza totale. Nelle mail che Cecilia gli invia, con crescente veemenza, gli esprime tutti i suoi più intimi turbamenti, il dolore per la perdita di un padre tanto ammirato e amato, di una madre apparentemente assente, di una sorella “strana” che ha assorbito e assorbe tutte le cure della famiglia. Ciò che colpisce sono i brevi positivi accenni, quasi di sfuggita, a marito e figlia. In questo lungo periodo l’attaccamento per Giorgio il professore si trasforma in amore impossibile, forte e travolgente, in un crescendo di toni e di parole, di scatti violenti e di rabbia che certamente non appartengono al suo lato pubblico. Lo specchio in cui si rifletteva è diventato un muro. Questa presa di coscienza è il mutamento che dolorosamente la porta all’accettazione di sé e al superamento dei suoi traumi. La cura è stata efficace.
Un libro intrigante fin dalla copertina che simboleggia perfettamente le tante lacrime e il sangue versati dalla protagonista fino a svuotarla per poi tornare a lei  colmando il vuoto e dandole nuova vita.
                                                                                Clara Spada

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