lunedì 28 luglio 2014

Storie in salita: estratto gratuito del libro

Teresa Cosseddu

Storie in salita

* * *
Edizioni
Logus mondi interattivi

Pubblichiamo un estratto dell'ebook Storie in salita, tra l'ironico e lo spirituale, resoconti, scalate e immagini delle avventure sul Kilimanjaro, sull’Aconcagua, in Nepal e ancora nelle Ande.
"Storie in salita" è un libro che diverte.

Buona lettura.
Il direttore editoriale:
Pier Luigi Lai 




Teresa Cosseddu
info@teresacosseddu.com
© 2014ISBN: 9788898062553

eBook design
Pier Luigi Lai - Logus mondi interattivipllai@logus.it

Foto in copertina: ©Teresa Cosseddu

©Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.
 A mio padre

L’ebrezza di quell’ora passata lassù, isolato dal mondo nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia.
(Giusto Gervasutti)
I'd like to say that people . . . people can change anything they want to. And that means everything in the world.
(Joe Strummer)






Why

Qualche tempo fa, mentre mi preparavo alla salita di una montagna alta quasi 7.000 metri, distraevo la mia attenzione ossessiva su quella montagna leggendo storie di mare. Avevo già letto e riletto i classici di Conrad, Melville e Stevenson, cercavo qualcosa di nuovo e così scoprii gli scritti di Bernard Moitessier sulle sue avventure solitarie in barca a vela. Anche Moitessier, come me, aveva un luogo privilegiato in cui si sentiva completamente vivo, in pace e libero, per lui erano i mari, per me le montagne. Attraversare oceani tempestosi o andare verso rocce sconosciute irte di sofferenze, pericoli e ignoto era per entrambi un bisogno e un feroce piacere. Quelle letture addolcivano i miei allenamenti sul vicino Monte Corrasi e stimolavano la mia immaginazione sempre in cerca di nuove vie di fuga... Accade così, i miei miti della letteratura, dei fumetti, del cinema, mi indicano spesso la direzione per le avventure, è così che mi sono ritrovata con la passione per i luoghi "estremi", per esempio per le Montagne, quelle alte, almeno 4.000 metri, quelle senza, senza rifugi, senza skilift, skipass, sciovie, funivie. Si tratta certo di ambienti ostili, freddi e inospitali, ma non si pensi a posti visitabili solo da eroici superuomini, magari anche belli con spalle e sorrisi sudtirolesi, carichi di sponsor e di attrezzature supercazzute. In realtà su buona parte delle grandi montagne si può salire semplicemente camminando, non bisogna essere super e neanche necessariamente uomini. In fin dei conti chiunque può andare su per montagne, non dico che sia facile, non sto parlando di passeggiate, ma se alla base c'è una buona motivazione e una forte passione, nel senso di qualcosa legata al cuore, cioè di qualcosa che ha a che fare con la vita, tutto il resto, studio, preparazione, ecc., succede di conseguenza, fermo restando che è la Montagna che comanda (sempre!) e che perciò bisogna avvicinarsi con reverenziale timore (sempre!). Ci sono molti modi di andare per montagne, personalmente preferisco muovermi in autonomia, con carichi leggeri e salire fin dove mi è possibile con le mie forze, senza l'ausilio di bombole d'ossigeno o altri marchingegni. Credo che arrivare fino in cima sia per un buon 70% una questione di testa, intesa come mente, e per il resto sia fisica, intesa comemateria. L'ambiente di alta quota è duro, ogni azione è difficile, manca tutto ciò a cui siamo abituati, dall'ossigeno per respirare in poi, si sta in una condizione di perenne provvisorietà e incertezza, ci si sente sempre spossati, il semplice atto del camminare è talmente faticoso che non riesco a spiegarlo. Eppure in certe situazioni io ci sguazzo, mi sono necessarie, è una specie di droga, e ... mi ritorna in mente Moitessier ...
Chi me lo fa fare? perché patire in bivacchi a 30 gradi sottozero in culo al mondo? Certi discorsi patinati suggerirebbero argomenti tipo "superare i propri limiti", ma li conosciamo davvero??, o volersi fregiare di primati straordinari, di che??, o portare bandiere in vetta, di chi??
Rifletto e credo che ciò che mi spinge a salire su certi lassù è il bisogno discendere nel più profondo di me stessa e ri-scoprire il Punto e il Tutto. In un certo senso è una forma di egoismo (come tutte le passioni), anche perché c'è una buona dose di divertimento, sebbene possa sembrare uno strano tipo di divertimento, sostengo una tale fatica perché, tra l'altro, la vedo come una delle vie possibili per me per capire chi sono, quale è la mia dimensione e che ci faccio qui. Naturalmente certe domande non me le posso fare quando sono in alto, lì si innescano solo pensieri ed emozioni primordiali, lì posso solo cercare di governare la pura sopravvivenza (il respiro, il respiro!) e le mille paure (che spesso sono una salvezza). Dopo una lunga salita in quota mi capita di rimodulare tutta l'esistenza e dare il giusto valore alla mia quotidianità, questo fenomeno vi sarà certo noto perché accade dopo certi tipi di viaggi, chiamiamoli illuminanti, così molti aspetti di una salita in montagna li capisco solo quando torno a casa.
Ma, c'è sempre un Ma!, quando la Montagna mi accoglie e si lascia salire, posso scoprire orizzonti che sono mozzafiato non solo perché non c'è più ossigeno ma perché sono super, superspettacolari. Il meraviglioso show dell'Universo si apre davanti al mio sguardo e lì sono viva, in pace, libera.
Estratto gratuito dell'ebook: 
Autore: Teresa Cosseddu
Edizione digitale © 2014
Edizioni
Logus mondi interattivi

© Tutti i diritti riservati.
Vietata la riproduzione, anche parziale.
ISBN: 978 8898 06 2553
L'ebook è acquistabile anche nei migliori store on line

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