martedì 29 luglio 2014

Booklamp, Goodreads, Anobii e il profilo del lettore: tra privacy e utilità



La notizia della settimana


La notizia della settimana nel mondo del libro che cambia è sicuramente l'acquisto di Booklamp da parte di Apple .

Chi è Booklamp? E' una startup che attraverso un avanzatissimo software consiglia in modo personalizzato ai lettori i libri 'migliori'.

Nel 2013 invece Amazon ha acquistato Goodreads, il social network dedicato ai libri. A seguire, Mondadori, a marzo 2014, ha acquistato Anobii, sempre ambiente social dedicato ai libri.

Cosa hanno in comune queste tre acquisizioni? 
 


Operatori telefonici e cattivi profili utente


Andiamo per ordine e per entrare nell'argomento una piccola esperienza personale.

Per pigrizia non ho ancora cancellato il mio numero telefonico dal registro delle opposizioni.

Per questo motivo continuo a ricevere proposte commerciali, in particolare da parte degli operatori telefonici. Fin qui nulla da dire, la pigrizia si paga. La cosa veramente strana è che continuo a ricevere numerosissime proposte commerciali da parte dell'operatore telefonico con il quale sono già abbonato. E le proposte ricevute non sono migliorative del piano tariffario che già posseggo, ma orientate esclusivamente all'acquisizione del cliente. Ne deduco che l'operatore telefonico spara nel mucchio a prescindere. Ovvero non ha una profilazione dell'utente in modo da poter fare proposte personalizzate.
 


Cosa hanno in comune Booklamp, Goodreads e Anobii?


Vediamo come operano queste piattaforme, a differenza dell'operatore telefonico di cui sopra. Le tre piattaforme fanno un mestiere importantissimo, creano un profilo utente del lettore, che vuole essere il più dettagliato possibile, in modo da proporgli il libro giusto al momento giusto. E' un'attività importantissima, alla base del marketing moderno, ed è per questo che Apple ha pagato profumatamente Booklamp (si dice tra i 12 e 15 mln di dollari).

Booklamp, tramite il software Book Genome Project, potremmo definirlo un motore di ricerca interno ai libri. Questo lega titoli e contenuti testuali al singolo lettore ed è quindi in grado poi di rilasciare 'consigli d'acquisto' fortemente personalizzati.

Goodreads e Anobii, si comportano in modo molto simile a Facebook: raccolgono dati sulle preferenze degli utenti ma nel settore specifico dei libri.

Anche questi dati saranno utilizzati per profilare l'utente e quindi orientare le proposte di acquisto in modo più mirato possibile.

E' il marketing 2,0 bellezza', si potrebbe dire.


Tra privacy e utilità


Veniamo ora all'ultimo punto. La profilazione dell'utente, anche spinta, è del tutto negativa?

Se le varie piattaforme, a cui scelgo di aderire, conoscono tutte le mie preferenze in materia di libri è una diminuzione della mia libertà?

Mah, in generale direi di no; e il discrimine dipende dall'uso dei dati raccolti. Cosa peraltro ben regolamentata dalle leggi in materia di privacy. Se i dati raccolti in merito alle mie letture servissero (esclusivamente) a consigliarmi nuovi libri che sono di mio gradimento, perché no?

Con l'aumento esponenziale di libri pubblicati e di quelli auto pubblicati, diventa sempre più difficile scegliere bene le letture.

E' per questo che ritengo tali piattaforme molto utili.

E' quello che fanno da sempre i librai, quelli della libreria sotto casa, quelli del consiglio 'porta a porta' (si potrebbe anche dire). Sapranno ancora essere concorrenziali con tali piattaforme?
Pier Luigi Lai
Dir. editoriale

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