lunedì 15 settembre 2014

Filosofia del fascino: estratto gratuito


Francesco Pala

Filosofia del fascino

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Edizioni
Logus mondi interattivi



Come far emergere la propria personalità nel sistema di comunicazione moderno fatto da social network e blog? Come presentarsi con "fascino" all'esterno?
Costruire il "personal branding" è oggi importantissimo in tantissimi settori e Francesco Pala, cominciando dalle basi, vuol dare un contributo fondato sull'argomento. 

Ecco a voi l'estratto dell'ebook.
Buona lettura
Pier Luigi Lai
Dir. Editoriale


FILOSOFIA DEL FASCINO

Francesco Pala

Edizioni
Logus mondi interattivi
www.logus.it
© 2014ISBN: 9788898062560

eBook design
Logus mondi interattivipllai@logus.it

©Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.
In copertina: © olly - GS Studio

Premessa

Tutti hanno una idea intuitiva di cosa sia il fascino. Ciascuno potrebbe rispondere ad una domanda in materia e probabilmente molti sosterrebbero che ognuno ha un’ idea soggettiva così come accade per il bello. Io stesso potrei rispondere d’istinto: “il fascino è 2066 di Roberto Bolaño”. E potrei argomentare con dovizia di tesi. Ma la filosofia è un’altra cosa. Filosofare è scegliere la via lunga ed impervia. Il lettore di questo libro perciò vedrà crescere la definizione di fascino a poco a poco, capitolo dopo capitolo, attraverso la mediazione di alcuni altri concetti che sono elementi essenziali del fascino medesimo e che serviranno a rendere chiaro perché la questione che trattiamo è oggi centrale più che mai.
La guida implicita e spesso esplicita di questo percorso è il pensiero di Gilles Deleuze, grande parabola filosofica dai riverberi infiniti e sempre lucenti.
Alla fine del libro vorremmo aver fornito elementi utili a smentire la seguente affermazione dell’amato Michel Houellebecq: «Il mondo era tutto tranne un soggetto di emozione artistica; il mondo si presentava assolutamente come un dispositivo razionale, privo di magia come d’interesse particolare».

Una lucente preistoria

Un’insopprimibile sensazione di banalità diffusa, espansa, proclamata, fatta di ripetizioni, luoghi comuni, déjà vu, emotività a buon mercato, comunicazione ossessiva e pervasiva. Questi possono essere gli standard di una vita media nel circuito tecnologico e mediatico dell’Occidente sviluppato. Niente a che vedere con la libertà, la differenza e la molteplicità che la società multimediale agli albori annunciava come pane quotidiano per tutti e che tuttora resiste nelle aspettative diffuse. Ciò che finora si è diffuso grazie alla rivoluzione tecnologica è un passo svelto e insensato per ciascuno, intelligenze stimolate in continuazione da protesi tecnologiche al servizio di un’interattività che estenua per ridondanza e volume. Uomini ridotti a recettori di stimoli di ogni genere, a volte incapaci di coordinarli, a volte inconsapevoli amplificatori deidesiderata della società multimediale. Ma c’è dell’altro. Accanto a questa incessante propulsione tecnologica si muove la vita di ogni giorno, quella che si pratica con la carne e con le ossa, negli uffici, nelle strade, nei posti di lavoro. Una vita lenta, compassata, svuotata progressivamente di senso dall’immaginifico circuito virtuale, pervasa da un’irrequietezza che progressivamente diventa insoddisfazione oppure da una passiva e abulica accettazione del procedere routinario con intere vite che si trasformano in sequenze di abitudini per diventare mere quinte teatrali per la vita vera e scoppiettante della virtualità. La nevrosi mediatica prosciuga l’esistenza di ogni giorno, la rende banale, indesiderabile, per catalizzare ogni energia vitale e convogliarla nel vuoto spinto e comunicativo.
Tra mondo materiale e mondo virtuale si è aperto un divario che prima di tutto è estetico: le volute infinite della realtà immateriale contro gli intonaci screpolati dei palazzi, gli habitat luccicanti della comunicazione via internet contro gli interni disadorni di un appartamento medio, le istantanee ritoccate sprizzanti bellezza contro la faccia di ogni giorno e di ogni ora.
Il divario è anche pratico, il mondo virtuale è intuitivo, rapido, a prova di desiderio, il mondo materiale spesso è opaco, ostacolante, frustrante. Il divario, infine, è sociale: il virtuale appare inclusivo, coinvolgente, un flusso che non lascia fuori nessuno, che non discrimina; il materiale è segnato da gerarchie, diffidenze, distanze e solitudini. Il fatto che l’inclusività sia spesso solo una parvenza non ostacola, visto che nell’alveo del virtuale l’apparenza è l’unico pane quotidiano richiesto e accettato.
Rispetto a questo contesto ci si divide ancora, come direbbe Umberto Eco, tra Apocalittici ed integrati2. I nuovi apocalittici assumono posizioni di retroguardia a difesa del mondo materiale e della sua autentica solidità: le piazze concrete, la gente reale, i libri di carta, la natura e il suo calore, la lentezza del cuore, la bellezza della riflessione. Gli integrati puntano l’accento sulle nuove possibilità comunicative, sull’emancipazione diffusa prodotta dalla condivisione di prodotti culturali e giornalistici, sulla comoda rapidità di un mondo a portata di mano in ogni momento e ad ogni ora della vita.
Il presente non sembra militare a favore degli apocalittici, non sembra cioè che il dilagare della virtualità possa arrestarsi e quindi non è facile credere che posizioni resistenziali o nostalgiche possano innestare contro-tendenze, né, d’altro canto, si ha la sensazione che il futuro prossimo possa consentire l’aprirsi di spazi per una matura e consapevole libertà mediatica.
In ogni caso, qualsiasi sia la direzione che il corso degli eventi si appresta ad assumere, esso non rientra nella disponibilità degli individui. Non spetta ai singoli o alle collettività con le loro organizzazioni politiche decidere il futuro. Altre forze, prevalentemente economiche, guidano le sorti del reale. Siamo perciò di fronte ad una sorta di nuovo ellenismo che richiede una doppia mossa: un rapido abbandono della dimensione politica, per esplicita impraticabilità e per assoluta sterilità di qualsiasi investimento su di essa, e un ritorno all’individualismo. Un ritorno cioè alla cura dell’essere umano, della sua individualità e della sua relazionalità, al di là di ogni implicazione strettamente politica.
Prendersi cura dell’individuo, dunque, elaborare una filosofia che si rivolga esplicitamente ad un campo circoscritto: i singoli uomini che non hanno a cuore le sorti del mondo e dell’umanità, che non vogliono resistere al presente né sprofondare nella palude virtuale, che non credono nel fatuo presenzialismo mediatico né nelle trite abitudini della vita materiale. Individui che considerano la vita un bene disponibile da plasmare e costruire secondo i tratti di uno stile personale che incroci estetica ed etica, passione e cambiamento, desiderio e potenza. Uomini per i quali letteratura, vita, arte, scrittura, esperienze del corpo e della mente, sensazioni, ricordi, incontri, poesie, fantasie, sogni, amplessi, metamorfosi, fanno parte del materiale vivo di uno stile vitale che mette in forma e deforma, ordina e disordina tutto, creando configurazioni destinate a durare un attimo o per sempre, secondo un criterio che ha nella capacità affermativa il solo valore, la sola unità di misura.
Avere uno stile, dunque, quale risposta individuale, essenziale e sufficiente alla buia banalità dei tempi nella loro dimensione collettiva. Avere uno stile come via indispensabile per fare di sé una costellazione luminosa che irradia fascino, che traccia una scia visibile e dona senso ad un’intera esistenza. Stile e fascino però possono essere solo i risultati di un percorso per tappe, difficile, graduale, filosofico, di cambiamento individuale che non comprende mode, trucchi, visagismi e citazioni culturali. Niente a che vedere con la nozione corrotta e corrente di fascino che straborda da vecchi e nuovi media.
Creare uno stile e generare fascino significa rifiutare la doppia banalità di mondo materiale e virtuale per percorrere un sentiero metamorfico che accoglie solo chi vuole divenire ciò che non è. Iniziamo.
Francesco Pala
Filosofia del fascino
Logus mondi interattivi
© 2014 - f.to ebook (ePUB)
ISBN: 9788898062560
pag. —
euro 4,99


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