Naturalmente aspettiamo anche le risposte !!!
Trovo
che parlare di libri sia sempre una buona occasione di
incontro, scambio, confronto. Leggerli è ancora meglio, leggere vuol
dire vivere emozioni e storie che altrimenti non avremmo vissuto,
vuol dire appropriarsi di un altro mondo. Leggere è esperienza.
Leggere sempre e comunque dunque e visto che parliamo anche di
editoria digitale direi che a questo punto nel 'comunque leggere'
rientra anche 'leggere comunque e in qualunque formato'. Il libro di
D'Ascanio ha vinto il premio letterario della città di Dolianova,
ideato per scrittori esordienti, ed ecco allora che ha perfettamente
senso che questi romanzi siano pubblicati da una casa editrice come
la Logus che appunto pubblica gli esordienti, se poi saranno
emergenti o se emergeranno, sarà il futuro a dircelo. Che poi non ha
cosi tanta importanza, quello che conta maggiormente è che si possa
ancora parlare di libri, scriverli, pubblicarli, leggerli e che tutto
questo possa tornare ad essere uno strumento per leggere la realtà,
interpretarla, tentare di capirla.
Che
questo sia un romanzo di formazione, storie di crescita personale, lo
dice benissimo l'assessore Elisabetta Cara nell'introduzione: 'un
lunghissimo flashback che ripercorre gli anni giovanili del
protagonista'.
Ho
trovato la storia di 'Valeria e le cattive compagnie' scritta bene,
ne ho apprezzato la costruzione a ritroso con piccole anticipazioni,
che spingono il lettore ad andare oltre, una vera scenografia, sembra
scritto per un film, magari lo sarà. L'ironia è forse il tratto più
significativo. Sono estremamente riusciti i personaggi, tanto più
veri quanto più sono caricaturizzati. Se potessi permettermi un
confronto, cosa che non dovrei, lo farei con Stefano Benni,
francamente me l'ha ricordato. Personaggi assurdi, esasperati, che
s'infilano in situazioni sempre più assurde ed esasperanti e ci
raccontano di una società appunto assurda, difficile da vivere e da
capire. In Benni spesso il tutto si risolve in delirio, che è un
altro modo di leggere il mondo, a casa nostra lo faceva Sergio
Atzeni, ma con altra ironia, più drammatica, ma noi mica siamo
Emiliani, siamo sardi e c'è poco da ridere. Infatti anche D'Ascanio
riporta il tutto ad una normalità esistenziale che dà equilibrio e
a suo modo serenità: "Non
ho più desideri se non quelli più immediati, vivo ogni giornata con
la dovuta calma, non sogno più orizzonti lontani ed indefiniti.
Quello che ho mi basta" dice
infatti sul finale.
Pier Luigi Lai, editore di Logus mondi interattivi, mi ha chiesto di buttare giù qualche domanda per l'autore, cosa
che faccio sempre volentieri, perché mi piace leggere e mi diverte
questo immaginario ruolo di "Lettrice dall'estero" che
Pier Luigi mi ha attribuito. Ma qui francamente non riesco a formulare
delle domande, perché altro tratto del lavoro di D'Ascanio è che
questa storia tiene alto e sempre onesto il filo d'unione tra
scrittore e lettore. Non ci sono tradimenti, inganni, passaggi non
chiariti, la struttura è, come ho già detto, estremamente ben
articolata.
L'unica
domanda che mi viene da 'rifare' è quella a cui D'Ascanio ha già
risposto, sul suo rapporto con la scrittura e allora la domanda è :
perché scrivi? è solo divertimento?
anche,
certamente, ma non credo sia l'unico motivo, sono proprio le ultime
pagine a dircelo. Pagine che diventano un vero e proprio diario
personale, estremamente intimo, in cui tutto all'improvviso si vena
di una certa malinconia e ancora ti cito caro Vincenzo.
"Emozioni
di diversa qualità ed intensità, emozioni che mi sfiorano o mi
divorano, emozioni che potrebbero essere delle risposte, ma che
custodiscono inevitabilmente ulteriori domande. Scrivere mi aiuta a
trovare risposte plausibili, o se non altro a sistemare qualche nota
sul mio pentagramma esistenziale. Perché talvolta il caos è
talmente grande che non sono più sicuro di nulla (...) Allora
scrivo, cancello e riscrivo, mettendo nero su bianco le impressioni
ed i ricordi che il tempo spazzerebbe via (...)."
E ancora vorrei chiederti come scrivi? dove? quando? pensando a chi? a
cosa? ti riesce facile scrivere? o ci sono dei momenti in cui
vorresti lanciarlo dalla finestra il computer su cui scrivi? sempre
che tu scriva sul computer.
Ma
anche, e questa potrebbe essere una domanda imbarazzante, che cosa
leggi per poter scrivere?
Carla Cristofoli
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